POF

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Piano dell’Offerta Formativa

Il progetto pedagogico didattico della scuola intende porsi come obiettivi fondamentali:

  1. Educazione e formazione;
  2. Integrazione;
  3. Apprendimento.

In modo particolare, per quanto riguarda il primo punto, le condizioni, secondo le quali si intende impostare l’attività educativa, sono le seguenti:

  • Creare le occasioni e gli strumenti atti a stimolare gli interessi e la partecipazione attiva degli alunni;
  • Scoprire e sviluppare capacità espressive, comunicative e creative;
  • Garantire condizioni di maturazione e apprendimento adeguate a ciascun allievo secondo le sue capacità;
  • Favorire una completa maturazione personale e cognitiva degli allievi e il conseguimento del senso critico;
  • Attuare un rapporto educativo positivo e coinvolgente.

La Scuola Media di via Vivaio è innanzitutto una scuola speciale e sperimentale; attua al suo interno un progetto di integrazione educativo-didattico volto a garantire condizioni di maturazione e di apprendimento adeguate a ciascun allievo. A tal proposito sono state potenziate aree che favoriscono la crescita dell’allievo attraverso significative esperienze, sia sul piano cognitivo, sia socializzante:

  • Area artistico espressiva;
  • Area tecnico-operativa (attività pratiche speciali ed educazione tecnica speciale, materie previste nelle scuole per ciechi);
  • Area logico-matematica;
  • Area fisico-motoria;
  • Area musicale.

L’integrazione di ciechi e vedenti comporta la predisposizione di un’organizzazione finalizzata ad obiettivi specifici:

  • l’acquisizione, da parte del non vedente della consapevolezza delle proprie capacità ed anche dei propri limiti;
  • una strategia didattica che consenta al non vedente di poter fruire di una quantità di messaggi equivalente a quella dei compagni vedenti;
  • la predisposizione di tutte le attività di recupero e sostegno necessarie per superare la povertà percettiva connessa all’handicap visivo;
  • l’individuazione di tutte le capacità e le attitudini necessarie a conseguire un significativo orientamento scolastico e professionale.

È vero che il ragazzo privo della vista che si trova a vivere e operare in un contesto nel quale è sollecitato a partecipare attivamente, trova un ambiente idoneo in questa scuola, in quanto già istituzionalmente predisposto (materiale didattico specifico) e con una lunga tradizione pedagogica e didattica con insegnanti specializzati, ma è anche vero che i ragazzi cosiddetti normodotati traggono vantaggio da una metodologia speciale. Inoltre alcuni accorgimenti didattico-metodologici, quali un’adeguata educazione sensoriale, un corretto uso delle percezioni non visive, un’adeguata educazione motoria e spaziale, l’esplorazione analitica della realtà, l’attenzione e l’educazione al collegamento logico e alla riflessione costituiscono elementi di valore che interagendo nel gruppo classe e opportunamente coltivate sotto la guida di insegnanti specializzati, contribuiscono alla crescita di tutti gli allievi.

Il personale docente ha maturato negli anni di esperienza una specifica competenza tiflopedagogica ed ha conseguito, in gran parte, il diploma di specializzazione Romagnoli o polivalente, dimostrando una precisa volontà di mantenere alto il livello di specializzazione della scuola;
Studia metodologie specifiche integranti per l’allievo non vedente.

In riferimento al terzo punto, quello relativo agli apprendimenti, la scuola opera attraverso tutte le attività disponibili, ivi comprese quelle di recupero e di sostegno, non tanto per fornire una formazione culturale identica per tutti, quanto piuttosto perché ciascuno realizzi la migliore educazione in rapporto alle proprie personali capacità. È d’obbligo ricordare che l’integrazione, se non è supportata da un preciso quadro di riferimento pedagogico e non è inserita in un contesto progettuale che la renda effettiva, si riduce ad una mera separazione dell’allievo disabile dal gruppo classe giustificata come esperienza di apprendimento individualizzato. L’elaborazione pedagogica e metodologico-didattica degli insegnanti ha consolidato l’ipotesi che solo attraverso il lavoro comune è possibile recuperare e intervenire in modo individualizzato sugli allievi in difficoltà.