In risposta alle critiche ricevute dopo il trasferimento in viale D’Annunzio
Milano, 29 settembre 2023
Gentile Signor Cozzi,
siamo i “genitori snob” della Scuola Media Statale per ciechi Vivaio.
Io sono la “mamma talebana” e dagli “atteggiamenti scomposti” di un ragazzino autistico che è stato catapultato in un ambiente totalmente nuovo senza alcuna preparazione. Un ambiente che non è il grazioso edificio con giardino interno sui Navigli che lei descrive. Pare evidente che lei non conosca i fatti ed i luoghi, vorrei quindi provare a restituire un po’ di verità.
Il primo giorno di scuola è stato inaugurato dal guasto dell’unico ascensore dell’edificio di Viale d’Annunzio, obbligando gli studenti con difficoltà motorie a non poter lasciare le proprie classi (pranzo incluso) in attesa dell’intervento dei tecnici. Il guasto si ripete periodicamente e puntualmente questi ragazzi non possono accedere all’ora di educazione motoria in palestra, alla sala mensa, ai laboratori, partecipare alle classi di strumento o accedere a quel bel giardino interno perché non raggiungibili in altro modo. Questi studenti non possono spostarsi in autonomia all’interno dell’edificio, ci sono tanti scalini e dislivelli, le porte delle classi quando vengono aperte creano un ostacolo; i corridoi sono troppo stretti per replicare le famose isole di coeducazione del “progetto Vivaio” che consentivano una vera inclusione di tutti gli studenti; la palestra è piccola e non permette giochi di squadra dove da sempre tutti venivano coinvolti.
Qualcuno rimane indietro e questo non ha fatto né dovrà mai fare parte dello spirito del “progetto Vivaio”.
L’inadeguatezza degli spazi di Viale d’Annunzio per le esigenze dell’utenza della scuola è un tema che abbiamo sollevato da subito, anche con perizie tecniche, ma è stata ignorata.
Così era deciso e noi siamo solo dei genitori capricciosi.
Peccato però che mio figlio sia profondamente disturbato dalla pessima acustica di quell’edificio e disorientato dal dedalo di corridoi e stanze; che i suoi compagni in carrozzina debbano mangiare da soli in classe se l’ascensore non va e rinunciare all’autonomia che avevano conquistato; che il rischio di farsi male nel cortile è elevato poiché si sta già sollevando la pavimentazione a tre settimane dall’inizio della scuola.
Concludo dicendo che le motivazioni sottostanti lo spostamento della scuola da Via Vivaio ad altra sede sono ormai molto chiare a tutti, bambini compresi: interessi economici e giochi di potere che nulla hanno a che fare con gli interessi di una comunità fragile e di un progetto speciale, unico nel suo genere, che andava protetto. L’errore è nostro. Abbiamo peccato di ingenuità a credere che l’obiettivo di tutti – Comune di Milano in primis ma non solo – fosse quello di salvaguardare il “progetto Vivaio”. Progetto che le assicuro stiamo faticosamente tutti cercando di portare avanti e lo stiamo facendo da soli, grazie unicamente ai professionisti che lavorano all’interno della Scuola ed alle famiglie che sono ogni giorno in prima linea.
Leggere che le nostre battaglie a salvaguardia del progetto e le fatiche quotidiane dei nostri figli vengano bollate come atteggiamenti scomposti, è offensivo e soprattutto falso.
Confidando che il nostro vissuto – che gioco forza è qui riassunto in poche righe – trovi la giusta attenzione, restiamo a disposizione per ogni ulteriore confronto.
Eleonora Negri e una rappresentanza dei genitori della Scuola Media Statale per Ciechi Vivaio